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Il prof. Incampo: “Il volontariato nel carcere e gli insegnamenti di vita”

Come ho avuto occasione di scrivere in una delle ultime riflessione faccio il volontario al carcere.

I carcerati hanno molto tempo a disposizione e parlano volentieri con i volontari.

Parlano volentieri per avere una parola di conforto o perché le condizione di “prigionieri” in cui vivono li invita alla riflessione.

Si interessano dei temi supremi, forse anche a pentirsi di quanto di grave eventualmente hanno commesso.

Non vi nascondo che questa esperienza per me è molto positiva e mi hanno spalancato le porte di un mondo e di situazioni umane che assolutamente non solo non conoscevo, ma nemmeno immaginavo.

Ho capito prima di tutto una cosa: quanto è vero l’ammonimento di Gesù: “Non giudicate e non sarete giudicati, perdonate e sarete perdonati” (Cfr. Matteo 7, 1 e Luca 6, 37).

Ricordo un giovane neanche trentenne arrestato la prima volta a solo 17 anni ed era finito in carcere minorile per tre mesi per poi ritornare in carcere altre tre volte, sempre per brevi periodi.

Aveva proprio il desiderio di raccontarmi la sua vita.

Una vita durissima.

“Professore, cosa posso fare nella vita se sono stato educato solo a rubare? Mio padre è in carcere da molti anni, mia madre non l’ho neanche conosciuta, fin da piccolo sono stato cresciuto da un fratello di mio padre che mi ha insegnato a compiere piccoli e grandi frutti, approfittando della mia agilità di bambino.

È possibile che io riesco ad essere qualcosa di diverso?

Quando uscirò dal carcere, anche se volessi trovare un lavoro, tanti mi segnerebbero a dito e, come mi è già capitato, mi licenzieranno appena sapranno che sono stato in galera per furto….”

La storia di questo ragazzo mi richiama alla mente un altro detto di Gesù: “I poveri li avrete sempre con voi”. (Cfr. Matteo 26, 11).

I poveri non sono quelli che non hanno soldi, ma anche quelli che non hanno ricevuto un’educazione, non hanno ricevuto una famiglia, non hanno ricevuto un avviamento serio alla vita: sono anche quelli che cadono, che sbagliano, che finiscono in carcere.

Dobbiamo sentire il peso di tutte queste strutture.

E ricordate che quanto abbiamo ricevuto dalla vita non è nostro, ma ci è stato dato per spenderlo per gli altri.

Avete mai riflettuto che Dio ci aspetta tutta la vita per giudicarci e saremo giudicati sulla carità, specie verso i poveri, gli ultimi.

Mai come adesso mi vengono in mente le parole di Gesù: “Ero carcerato e siete venuti a visitarmi”.

Anche il carcerato è mio fratello e lo devo voler bene.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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