giovedì, 18 Aprile 2024

“Con Donato Sabia (foto Corriere.it) la Basilicata e l’Italia perde uno dei più grandi protagonisti dell’atletica leggera. Con le sue denunce alla pratica del doping, Sabia rappresenta un fulgido esempio di passione sportiva senza compromessi”.

Con queste parole il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, commenta la scomparsa dell’atleta potentino.

“Stiamo combattendo – aggiunge Bardi – contro un male oscuro che non guarda in faccia a nessuno. In questo momento molto triste per la Basilicata tutta, formulo anche a nome della Giunta regionale le condoglianze alla famiglia e rivolgo un sentito e partecipato ringraziamento ai medici e al personale tutto della terapia intensiva dell’ospedale San Carlo di Potenza. Dietro ogni professionalità ci sono persone dal cuore grande che si stanno prendendo cura dei nostri malati, con il massimo della dedizione e della partecipazione umana”.

Sulla scomparsa dell’atleta Sabia interviene, con un ricordo commosso, anche il vice presidente della Giunta regionale, Francesco Fanelli: “Un vero campione. Sulle piste e nella vita. Per anni l’onore sportivo della nostra Basilicata, ma soprattutto un uomo leale e sincero. Il maledetto coronavirus ci ha portato via anche Donato Sabia, un nostro corregionale tra i più apprezzati a livello mondiale per le sue performance agonistiche olimpiche a Los Angeles nel 1984 e a Seul quattro anni. A Donato, potentino doc, mi legava anche il rapporto umano e professionale instaurato durante la mia esperienza politica amministrativa al comune di Potenza. Dipendente generoso e professionale, non ha fatto mai mancare il suo contributo di proposte e di sostegno alle attività dell’amministrazione del capoluogo. Con Donato scompare troppo prematuramente un grande atleta e un dirigente sportivo a cui le istituzioni non mancheranno di tributare il giusto riconoscimento dopo aver inorgoglito gli italiani per le due finali olimpiche e l’oro agli europei indoor di Goteborg. La sua splendida falcata, elegante e potente resterà indelebile nella memoria di chi lo ha conosciuto personalmente e di quanti lo hanno apprezzato solo in tv e continuerà ad essere di esempio e di sprone per le giovani generazioni che considerano l’atletica leggera un modello di vita, oltre che sportivo. E lui è stato e continuerà ad essere un modello anche per aver detto di no al doping, per essersi rifiutato di assumere sostanze dopanti dopo l’ennesimo infortunio per poter tornare a correre veloce”.

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap