venerdì, 19 Aprile 2024

“Siamo pervasi da dubbi e incertezze, ogni giorno, ogni mese, ogni anno della nostra vita. Chi ha certezze non cerca, chi ha dubbi cerca continuamente e disperatamente. Ma quando si cerca nella mente degli altri, ci si accorge che i pensieri e le azioni percorrono sentieri nascosti che si snodano in direzioni difficili da comprendere nel profondo del loro significato. Non so cosa sia più complesso, l’Universo o il cervello, ma sono sicuro che indagare l’uno significa comprendere anche l’altro. Ecco perché continuo ad andare a caccia di ricordi. Per questo conservo il mio archivio dei casi curiosi. Lì dentro ci sono storie che ci aiutano a scandagliare la mente umana e il mondo intorno”.

Per scrivere Il cacciatore di ricordi. Quattro casi gialli per un neuroscienziato (Mondadori), Fabrizio Benedetti, professore di Neurofisiologia all’Università di Torino, quell’archivio di casi curiosi ha dovuto aprirlo, regalando al lettore storie al limite dell’incredibile ma assolutamente autentiche.

Il fascino della mente, il potere dei ricordi, le potenzialità del nostro cervello e i suoi “meccanismi” in grado, a volte, di trarci in inganno: possono esserci ricordi indelebili che però quando riaffiorano non lo fanno in modo corretto – ciò che ricordiamo può essere ciò che vogliamo ricordare e non ciò che realmente è accaduto ma, ovviamente, è un qualcosa di inconsapevole – oppure situazioni che abbiamo completamente rimosso o, ancora, altre esperienze che problematiche neurologiche o l’assunzione di determinate sostanze rendono distorte. La nostra mente, la nostra memoria diventano un argomento affascinante e al tempo stesso un rebus. Il professor Benedetti, con un curriculum decennale in materia, ha raccolto nel suo volume quattro casi clinici che non hanno nulla da invidiare ai gialli. E lui, da bravo detective, ha raccolto prove, cercato testimonianze, è andato a ritroso in storie personali particolarmente complesse per cercare di districarle. Alcune volte non si giunge a una verità assoluta, proprio per la vastità di componenti in gioco e per un campo, quello della mente umana, che non smette mai di sorprendere.

Il primo “caso” è quello di Sonia, una donna affetta da demenza che con l’aggravarsi della sua condizione rivelerà un oscuro segreto del passato. Proprio questo “nodo”, che fa risaltare un episodio gravissimo, è talmente denso di variabili da sembrare destinato a rimanere irrisolto: Sonia ha le sue certezze ma è anche vero che Sonia soffre di demenza. Ciò che ricorda, quindi, potrebbe essere falsato dalla malattia.

Un’altra storia avvincente è quella di Magda. Durante in intervento chirurgico, sotto anestesia totale si risveglia e ascolta un dialogo tra chirurghi in cui c’è una rivelazione scottante. Anche qui, è lecito chiedersi se sia un caso di anestesia cosciente o una memoria distorta.

Quella di Andrea è invece una vicenda distorta dalle allucinazioni causate dall’assunzione di LSD mentre il vissuto di Marcus ci accompagnerà in un racconto toccante in cui il rimorso avrà un ruolo di primo piano.

“Noi siamo il nostro cervello, i nostri ricordi, le nostre memorie. La nostra mente vive una realtà privata, soggettiva, a volte imperscrutabile. Non so cosa sia più complesso, l’universo o il cervello, ma sono sicuro che indagare l’uno significa comprendere anche l’altro. Ecco perché continuo ad andare a caccia di ricordi”.

Il cacciatore di ricordi ha il pregio di essere narrato in maniera estremamente semplice, anche quando affronta passaggi in cui sono indispensabili nozioni mediche.

Fabrizio Benedetti è professore di Fisiologia umana e Neurofisiologia all’Università di Torino e dirige il Centro ipossia di Plateau Rosà. Tra i massimi esperti mondiali dell’effetto placebo, ha pubblicato per Oxford University Press Placebo Effects (vincitore nel 2009 del Medical Book Award della British Medical Association, pubblicato in Italia con il titolo L’effetto placebo. Breve viaggio tra mente e corpo, Carocci, seconda edizione 2018), The Patient’s Brain (Il cervello del paziente, Giovanni Fioriti Editore, 2016) e, per Mondadori, La speranza è un farmaco (2018), vincitore del premio Zanibelli – Leggi in salute 2019.

Rossella Montemurro

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap