La Polizia di Stato di Matera ha eseguito un’ordinanza applicativa della misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, disposta dal Gip del Tribunale di Matera nei confronti di un 46enne residente nel capoluogo. Atti persecutori...
Sabato 15 giugno alle ore 17:30, nella Sala Levi di Palazzo Lanfranchi, la melodia della Polifonica Rosa Ponselle, in concerto vocale e pianoforte, diretta dal maestro Giuseppe Ciaramella, e il dialogo sulla storia di Matera che intesserà Antonella Carbone con Francesco Niglio, autore del volume “Matera. Le Radici e la Memoria”, Editore dei Merangoli.
Il volume “Matera le radici e la memoria”, strutturato in tre parti, racconta la Matera dei primi due decenni successivi alla tragedia della II Guerra Mondiale. E’ la Matera ancora segnata dalla sua identità di “città contadina”, con i due crateri storici ancora brulicanti di vita. La comunità dei Sassi è guardata nelle sue componenti culturali e abitudini di vita, nelle sue relazioni con la città del piano, nelle sue credenze magico-pagane, cristiane, nella cultura dei vicinati, luoghi di solidarietà sociale, luoghi anche di rancorose diffidenze e gelosie.
Sono i Sassi delle “mattinate, delle laudate, della serenate, del canto accorato del pastore che parte per la sua “quindicina”, i Sassi attraversati, già prima dell’alba e al tramonto del sole, da lunghe teorie di carri agricoli, i Sassi delle grotte ove si amava, si moriva, si gioiva in compagnia del mondo animale. Sono i Sassi di quella umanità contadina, pastorale e artigiana con la quale nei secoli si è festeggiata la Madonna palladio della città di Matera: la Bruna e la grande festa del 2 luglio!
Sono i Sassi, i contadini, la città della Bruna, raccontata da Marcello Morelli e da Carlo Levi. Sono anche i Sassi ove vivevano famiglie di artigiani di elevate capacità artistiche: nel libro, la ricostruzione dell’avventura umana e artigiana di famiglie di cartapesta, decoratori, pittori, manipolatori d’argilla, impegnati nella costruzione dei Carri trionfali della Bruna. Sono i fratelli Pentasuglia, i fratelli Epifania e i fratelli Niglio, di cui si pubblicano bozzetti e manufatti, si tracciano i profili umani, si dà memoria delle opere compiute all’interno della comunità cittadina.
Pagine d’amore sono dedicate ai ricordi legati al colle di Picciano, alla festa contadina e pastorale della prima domenica di maggio, ai manufatti fischianti (Cucù e fischietti) che vi si vendevano, a un tempo di innocenza religiosa. Cinque racconti brevi punteggiano il quadro storico di cui s’è detto: Lo Scarparicchio, La Masciara, Le serenate di Via Pennino, Un frate mancato, Un Rigoletto all’Impero, una sorta di sintesi e fantastica evasione letteraria, di quanto si racconta della città, dei suoi Sassi, delle sue radici.
Il volume “Matera le radici e la memoria”, strutturato in tre parti, racconta la Matera dei primi due decenni successivi alla tragedia della II Guerra Mondiale. E’ la Matera ancora segnata dalla sua identità di “città contadina”, con i due crateri storici ancora brulicanti di vita. La comunità dei Sassi è guardata nelle sue componenti culturali e abitudini di vita, nelle sue relazioni con la città del piano, nelle sue credenze magico-pagane, cristiane, nella cultura dei vicinati, luoghi di solidarietà sociale, luoghi anche di rancorose diffidenze e gelosie.
Sono i Sassi delle “mattinate, delle laudate, della serenate, del canto accorato del pastore che parte per la sua “quindicina”, i Sassi attraversati, già prima dell’alba e al tramonto del sole, da lunghe teorie di carri agricoli, i Sassi delle grotte ove si amava, si moriva, si gioiva in compagnia del mondo animale. Sono i Sassi di quella umanità contadina, pastorale e artigiana con la quale nei secoli si è festeggiata la Madonna palladio della città di Matera: la Bruna e la grande festa del 2 luglio!
Sono i Sassi, i contadini, la città della Bruna, raccontata da Marcello Morelli e da Carlo Levi. Sono anche i Sassi ove vivevano famiglie di artigiani di elevate capacità artistiche: nel libro, la ricostruzione dell’avventura umana e artigiana di famiglie di cartapesta, decoratori, pittori, manipolatori d’argilla, impegnati nella costruzione dei Carri trionfali della Bruna. Sono i fratelli Pentasuglia, i fratelli Epifania e i fratelli Niglio, di cui si pubblicano bozzetti e manufatti, si tracciano i profili umani, si dà memoria delle opere compiute all’interno della comunità cittadina.
Pagine d’amore sono dedicate ai ricordi legati al colle di Picciano, alla festa contadina e pastorale della prima domenica di maggio, ai manufatti fischianti (Cucù e fischietti) che vi si vendevano, a un tempo di innocenza religiosa. Cinque racconti brevi punteggiano il quadro storico di cui s’è detto: Lo Scarparicchio, La Masciara, Le serenate di Via Pennino, Un frate mancato, Un Rigoletto all’Impero, una sorta di sintesi e fantastica evasione letteraria, di quanto si racconta della città, dei suoi Sassi, delle sue radici.
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