sabato, 20 Aprile 2024

 
Dalle prime ore
della mattinata è in corso, su gran parte del territorio nazionale,
l’esecuzione di decine di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale
di Catanzaro e volte a neutralizzare una ramificata organizzazione criminale di
stampo ‘ndranghetistico dai marcati profili internazionali, capace di far
giungere in Italia tonnellate di marijuana dall’Albania.

L’operazione
denominata “STAMMER 2 – MELINA”, che rappresenta l’epilogo di una
complessa attività investigativa condotta dai militari della Guardia di Finanza
del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro, con il supporto del
Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) di Roma e
coordinata dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, dott. Nicola
Gratteri, dal Procuratore Aggiunto, dott. Giovanni Bombardieri, e dal Sostituto
Procuratore, dott. Camillo Falvo, vede impiegati oltre 150 finanzieri,
con l’ausilio di unità Antiterrorismo Pronto Impiego, di unità cinofile e della
componente aeronavale del Corpo, per l’arresto di 25 soggetti (18 in carcere
e 7 agli arresti domiciliari, indagati a vario titolo in traffico
internazionale di stupefacenti) tra Calabria, Puglia, Sicilia, Lazio, Toscana,
Lombardia e Albania
e l’esecuzione di numerose perquisizioni.

L’operazione
“STAMMER 2 – MELINA” nasce da uno stralcio della nota operazione “STAMMER”, con
cui sono state già colpite, nel mese di gennaio dello scorso anno, le ‘ndrine
del vibonese solitamente impegnate nel business della cocaina, e costituisce un
ampliamento delle indagini che hanno dimostrato come i trafficanti calabresi,
fiutando la possibilità di ottenere a facili guadagni, investivano ingenti
capitali in un imponente traffico di marijuana
.

L’attività
odierna documenta proprio come le potenti ‘ndrine vibonesi sono entrate in
affari con i narcos albanesi, partner di provata efficienza, che, ad
oggi, si possono considerare i più importanti produttori di marijuana del
continente, vantando basi logistiche praticamente in tutta Europa.

Le
indagini hanno, di fatto, consentito di disarticolare un’organizzazione
estremamente complessa, basata su un accordo criminoso tra alcune ‘ndrine.

Tra
gli elementi di spicco caduti nella rete della Guardia di Finanza compaiono tre
capi cosca.

Clan
calabresi assolutamente a loro agio nel contrattare con i potenti “Cartelli
Albanesi” l’importazione, in poco meno di tre mesi, di circa cinque
tonnellate di marijuana
, in grado anche di saltare l’intermediazione delle
compagini delinquenziali brindisine, storicamente “in affari” con i narcos di
stanza nel Paese delle Aquile. Il sodalizio criminale calabrese, se in
una prima fase sfruttava gli oramai collaudati rapporti, intessuti nel tempo,
tra i trafficanti brindisini ed i produttori albanesi, una volta reperiti i
contatti ed aver acquisito la fiducia dell’organizzazione albanese, riusciva,
senza alcuna difficoltà, a scavalcare gli intermediari pugliesi per
contrattare direttamente con i fornitori
.

Secondo
gli illeciti progetti, una volta raggiunte le coste pugliesi, i carichi di
marijuana sarebbero stati divisi in più partite, pronte per essere cedute sulle
molteplici “piazze” dislocate su gran parte del territorio italiano.

L’inchiesta
diretta da questa Procura della
Repubblica – D.D.A. e svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria –
G.I.C.O./Sez. G.O.A. di Catanzaro, con la fattiva collaborazione dello
S.C.I.C.O. di Roma e l’indispensabile supporto della Direzione Centrale
Servizi Antidroga
(D.C.S.A.), ha consentito di identificare tutti
i 46 soggetti coinvolti
, alcuni dei quali già ristretti per fattispecie
contestate nell’ambito dell’Operazione “STAMMER”, ognuno dei quali ricopriva
un ruolo ben preciso
: dai finanziatori ai mediatori, dai traduttori ai
corrieri, da coloro che avevano il compito di monitorare l’uscita delle vedette
della Guardia di Finanza ai personaggi incaricati di curare l’arrivo degli
emissari dei narcos albanesi più volte giunti nel nostro Paese, fino ai
soggetti demandati per lo stoccaggio e la successiva rivendita della marijuana.

Grazie
ad una serie di serrate attività che impegnavano, in perfetta sinergia, i
finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – G.I.C.O./Sez. G.O.A.
di Catanzaro e il Reparto Operativo Aeronavale di Bari, nell’arco temporale
agosto-ottobre 2016
sono stati eseguiti, nel mar Adriatico al largo delle
coste brindisine, cinque interventi repressivi che hanno permesso di
sequestrare in mare oltre 2770 kg di marijuana, ai quali si sommano
ulteriori 90 kg sequestrati presso il porto di Ancona, di ricondurre due
ulteriori importazioni di droga, rispettivamente pari a 1178 e 386 kg,
oggetto di sequestro da parte della Guardia di Finanza di Brindisi, destinate
ai clan calabresi e infine, grazie ad una mirata attività a posteriori, di
ricostruire un’ulteriore transazione pari a 400 kg di marijuana che,
giunta proprio presso il sedimento portuale di Ancona, raggiungeva la piazza di
Milano, ove il sodalizio calabrese vantava eccellenti ramificazioni per
l’immissione in commercio del narcotico.

Oltre
alla sostanza stupefacente, venivano sottoposti a sequestro anche 2 potenti
acquascooter, 4 velocissimi natanti ed un autoarticolato.

Le
suddette operazioni portavano contestualmente all’arresto in flagranza di 11
soggetti
, grazie al contributo prestato dai Reparti della Guardia di
Finanza su attivazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di
Catanzaro.

L’intera operazione ha,
inoltre, permesso di infliggere all’organizzazione rilevanti perdite
economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati
guadagni. La droga complessivamente sequestrata, infatti, una volta lavorata ed
immessa in commercio, avrebbe fruttato ai “grossisti” oltre 10 milioni di
euro.
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