martedì, 15 Ottobre 2024

“Era ancora innamorato di sua moglie. Non lo mostrava, ma nel profondo, pensava costantemente a lei e ingoiava il boccone amaro del tradimento, della delusione e della grande sconfitta che era stato il suo matrimonio.”

Non si dà pace Nabile dopo che la moglie gli ha confessato che ama un altro: inizia così Gli amanti di Casablanca (La Nave di Teseo, traduzione di Anna Maria Lorusso) del premio Goncourt Tahar Ben Jelloun. Lo sconcerto e lo stordimento iniziale sono l’occasione, per Nabile, per ripercorrere gli anni vissuti con Lamia. Una storia d’amore iniziata quando erano giovanissimi, costellata dall’intraprendenza di entrambi nel volersi affermare nel lavoro dopo aver concluso brillantemente gli studi. Lui, pediatra, ha rilevato l’affermato studio medico dello zio; lei ha avuto in dono dal padre – ha alle spalle una famiglia facoltosa – una farmacia in uno dei quartieri più vivaci della medina di Casablanca. Sembrano uniti, Lamia è emancipata e ha molta più libertà rispetto alle sue coetanee. È smaliziata, sicura di sé, non dimostra un attaccamento morboso – già dopo cinque anni di matrimonio c’è qualche avvisaglia che il marito, innamoratissimo, coglie ma sottovaluta.

“(..) Lamia, con la sua fiorente attività, con la sua arroganza di donna indipendente e intraprendente, aveva l’ambizione di dimostrare ai suoi genitori, al resto della sua famiglia, a me, alla mia famiglia, a tutti che aveva successo e che poteva fare a meno della felicità coniugale. Il matrimonio era diventato una cornice troppo stretta per lei. Come marito amorevole e premuroso, ero fuori moda, antiquato. Questa era la verità. Io non ero più l’uomo che aveva amato quando ci eravamo conosciuti. Eppure mi sforzavo di renderla felice.”

È quando Lamia cade tra le braccia di un uomo dal passato fosco che scopre cos’è davvero l’eros e trova il coraggio di chiedere il divorzio: affascinata dalla novità, dal brivido della trasgressione e, al tempo stesso, piena di incoscienza, compie un salto nel vuoto. Vive pur sempre, infatti, in un mondo patriarcale che non perdona alle donne determinati comportamenti.

Si  legge in un soffio, Gli amanti di Casablanca, e avvolge il lettore con atmosfere rarefatte e descrizioni introspettive tipiche della penna di Tahar Ben Jelloun,

L’Autore è nato a Fès (Marocco) nel 1947, vive a Parigi. Poeta, romanziere e giornalista, ha vinto il Premio Goncourt nel 1987. Tra i suoi numerosi libri, Creatura di sabbia (1987), Notte fatale (1988), L’estrema solitudine (1999), L’Islam spiegato ai nostri figli (2001), Amori stregati (2003), L’ultimo amico (2004), “La fatalità della bellezza”, in Notte senza fine. Amore, tradimento, incesto con Amin Maalouf e Hanif Kureishi (2004), Non capisco il mondo arabo (2006), Partire (2007), L’uomo che amava troppo le donne (2010), Fuoco (2012), L’ablazione (2014), È questo l’Islam che fa paura (2015), Racconti coranici (2015). Presso La nave di Teseo sono usciti Il matrimonio di piacere (2016), Il terrorismo spiegato ai nostri figli (2017), la nuova edizione ampliata di Il razzismo spiegato a mia figlia (2018), La punizione (2018), Insonnia (2019), La filosofia spiegata ai bambini (2020), Dolore e luce del mondo (2021), Il miele e l’amarezza (2022), L’urlo (2023), Gli alberi raccontati ai bambini (2024), ed è in corso di pubblicazione tutta la sua opera narrativa.

Rossella Montemurro

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