venerdì, 19 Aprile 2024

Riceviamo e pubblichiamo dalla Fidas Basilicata:
In occasione della Giornata Mondiale
del Donatore di Sangue del 14 Giugno abbiamo chiesto ai nostri donatori
abituali di raccontarci la loro “prima volta”.

“Chiamo un mio amico un sabato mattina
e mi dice di raggiungerlo in un posto, una piazza, lui è lì e mi dice – Vieni
che ti offro la colazione – Arrivo e lo trovo in una autoemoteca, sta donando
il sangue. Dona anche tu, mi dice, che poi la colazione stamattina ce la
facciamo offrire da loro mentre oggi salviamo una vita. Svegliandomi quella
mattina non avevo immaginato di potermi sentire come un supereroe. E’ così che
ho iniziato a donare”, racconta Paolo.

Lorenzo ci chiede espressamente che il
suo sangue venga dato ad un bambino che ne ha bisogno, ci racconta il
Presidente di una delle sezioni Fidas in Basilicata: “Scrivetelo da qualche
parte, questa sacca di sangue va ai bambini”.

“Ho iniziato tardi e mi dispiace” ci
confida Grazia che ha 40 anni, “ma avevo davvero paura. Mi ha convinto Laura
quando mi ha detto che suo marito ha iniziato a 50, allora mi sono detta che
ero ancora in tempo. Sono alla mia terza donazione e mi emoziono sempre come la
prima volta sapendo di fare del bene per qualcuno”.

“La mia prima donazione forse è stato
uno dei momenti più belli della mia vita”, afferma fiera Antonella mentre le si
illumina lo sguardo. “ Ho incontrato un volontario che mi ha detto – Domani ti aspetto che devi donare-. La
notte prima non ho dormito ,e anche se non ho paura dell’ago, una volta
arrivata al centro raccolta mi tremavano le gambe. L’infermiere diceva di non
guardare, ma io invece l’ho guardato l’ago mentre entrava nelle mie vene e con
grande sorpresa non ho provato nessun dolore. L’unico pensiero in quell’istante
in cui il tubicino si è tinto di rosso per affluire alla sacca mi sono chiesta,
e me lo chiedo tuttora, a chi ho cambiato la vita oggi? A chi ho dato un’altra
possibilità? Poi ho convinto Salvatore”.

“Mio marito dona da tanti anni, ma io
non lo avevo mai fatto, un po’ per paura, un po’ per pigrizia. Ho due figli,
ormai già grandi, eppure ogni volta che dono il sangue torno a casa provando
quella sensazione di aver datola possibilità di una nuova vita ad un bisognoso.
Solo dopo aver donato ho capito lo slogan di Fidas: dona il sangue, dona la
vita” questo ci racconta Angela.

“Dono il sangue da quando ho compiuto
18 anni e 12 giorni. Dono il sangue perché sono fermamente convinta che ognuno
di noi ha il dovere di farlo, dovrebbe essere obbligatorio per chi è in buona
salute affinchè non ci si trovi mai in emergenza. Quando in famiglia qualcuno
ha avuto bisogno, sai bene  cosa vuol
dire.  L’anno scorso ho provato per la
prima volta a donare il plasma. Tutta un’altra sensazione. Dura in termini di
tempo un bel po’ di più rispetto ad una donazione di sangue intero, allora hai
tutto il tempo per pensare a quello che stai facendo, all’utilità del tuo
gesto.  E senti di avere una unica grande
certezza: qualcuno trarrà sicuramente beneficio dal tuo gesto. Quando vai via
non vedi l’ora di farlo ancora”. Tutto l’orgoglio di Rosanna nell’essere una
donatrice e volontaria Fidas.

“ La sensazione, seppur nuova,  di piccolo fastidio di tenere nel braccio un
ago per una decina di minuti era di gran lunga inferiore all’emozione di sapere
di poter aiutare qualcuno” ci dice Uccio ricordando la sua prima donazione
condivisa con gli amici della parrocchia.

“Nella mia famiglia donano mia madre e
mio fratello. Io avevo paura. Me lo hanno detto tante volte, sia loro, sia i
volontari Fidas del mio paese. Poi mio padre ha avuto bisogno di più di una
trasfusione, e allora ho capito davvero a cosa servisse donare il sangue.
Insomma sono uno di quelli che ha dovuto vedere la sofferenza prima di capire
che è davvero utile donare il sangue”, dice commosso Pietro.

Antonio invece racconta che ha
cominciato a donare perché la sera precedente alla giornata di donazione, lui ed
una sua amica Angela, entrambi terrorizzati dall’ago, si ripetevano come un
mantra ” Se vai tu vengo anche io; se vai tu vengo anche io; se vai tu vengo
anche io”. Proprio così il mattino seguente si sono ritrovati dentro
l’autoemoteca a donare il sangue insieme per la prima volta.

“Continuo a svenire ogni volta, ma non
mi fermerò” dice Eleonora. “ E’ necessario che io continui a donare e che
invogli gli altri a farlo perché ogni giorno migliaia di persone vengono
salvate perché qualcun altro, come me, dona il sangue”.

Mario invece vuole darci un’altra
testimonianza. E’ un malato oncologico e dal 2016 riceve sistematicamente
trasfusioni, insomma forse gli hanno trasfuso più di 50 sacche tra  sangue e piastrine e commosso ringrazia per
la generosità di questi anonimi volontari che gli consentono di continuare a
lottare ogni giorno. “La mia prima volta come ricevente è stata strana: quando
sei attaccato ad una flebo di medicine non ci pensi più di tanto a cosa stia
entrando in circolo nel tuo corpo, ma se ti trasfondono del sangue ci pensi
eccome. Un mix di emozioni e la speranza di arrivare a domani, magari di
rimetterti in piedi e di continuare a vedere tua figlia crescere,
laurearsi  e magari un giorno diventare
nonno”. Utile e commovente la sua testimonianza, ma  permette di dare concretezza al gesto dei
donatori.

Queste sono solo alcune delle storie
affascinanti che riguardano i volontari di Fidas Basilicata e non solo, perché
le storie a volte sono simili per i donatori di tutto il mondo. Le motivazioni
che spingono il singolo sono infinite, le emozioni che provano possono essere
differenti, ma in occasione del “World Blood Donor Day” del 14 Giugno era
necessario raccontare l’instancabile lavoro dei volontari di Fidas Basilicata
presenti in 26 comuni della Regione, che tra autoemoteca, centri trasfusionali
e unità di raccolta fanno in modo che più di 6000 sacche di sangue intero e
plasma vengano conferite al sistema sanitario ogni anno, contribuendo
fortemente al fabbisogno della Regione. 
La campagna internazionale recita Be
there for someone else.
 Give
Blood share life
(Sii presente per qualcun altro. Dona il
sangue condividi la vita) e risponde a pieno allo spirito che muove ciascun
donatore ogni qual volta presta il proprio braccio per compiere uno dei gesti
di altruismo più straordinari, proprio perché consente di condividere una parte
di sé stessi. Nel festeggiare tutti i donatori del mondo, Fidas Basilicata
rivolge un particolare ringraziamento ai propri donatori, ai volontari, ai
Presidenti di sezione e ai consiglieri, auspicando sempre maggiori risultati
affinché il sistema trasfusionale funzioni sempre al meglio.

 
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