giovedì, 25 Aprile 2024

“A volte i suoi tradimenti mi mortificavano, altre mi eccitavano, altre ancora mi addoloravano, perché la persona coinvolta era troppo più debole di noi. Sapevo che non mi mentiva mai e la gelosia nasce dalle cose che immaginiamo, non da quelle che conosciamo. La gelosia cresce nell’assenza e lei era sempre accanto a me. Era una donna inquieta ma allo stesso tempo molto rassicurante, non se ne sarebbe mai andata all’improvviso con un altro, per esempio, e io lo sapevo. Mi chiedeva solo di essere accettata per quello che era: un insieme di desideri, a volte comprensibili, altre no. E io lo facevo. Tutto qui”.

Filippo e Ludò sono marito e moglie ma la loro è una relazione anomala, sbilanciata. Nei ricordi di Filippo ci sono flash delle vacanze in posti splendidi (Spagna, Cuba, Argentina, Fiandre, Grecia) in giro per il mondo: mete scelte da Ludò sull’onda emozionale del momento e “sopportate” da Filippo. Perché ogni volta Ludò perdeva la testa per ragazzi incontrati per caso, si innamorava del luogo visitato, faceva di tutto per restare lì organizzando seduta stante sopralluoghi negli appartamenti in vendita. Ludò, figlia di un finanziere milionario, ha un passato pesante alle spalle, un passato che Filippo, gemmologo per Sotheby’s, non immagina neanche e che conoscerà, suo malgrado, a brandelli solo dopo la morte di Ludovica – bella, ricchissima, insoddisfatta, sempre in cerca di qualcosa e inseparabile dal Fancy Vivid Red, un diamante da uno virgola sessantasette carati e dal valore di milioni di euro, che portava con nonchalance al naso. 

Filippo di quella notte maledetta a Lindos, in Grecia, non ricorda nulla. Come in un incubo, si è svegliato in una camera da letto sconosciuta insieme a due donne: una ragazza in lacrime, mai vista prima, e sua moglie, cadavere, per terra.

«Sei stata tu?» chiede alla ragazza. «No, sei stato tu» risponde lei.

I due decidono di buttare il corpo in mare e simulare un annegamento.

La vita di Filippo è distrutta. Il dubbio che davvero possa essere stato lui non gli lascia scampo. Quando, mesi dopo, il diamante viene ritrovato, la confusione che ha dentro si esaspera. Contemporaneamente scopre che Ludò era stata adottata dopo aver vissuto l’inferno della guerra, a Sarajevo e ha la conferma dal suocero che, nonostante gli atteggiamenti sopra le righe, la donna lo amava incondizionatamente. Ma è stato proprio lui ad ucciderla?

Fancy Red(Mondadori) di Caterina Bonvicini è un romanzo complesso basato sulla particolarità dei sentimenti, sulla follia e sull’imprevedibilità degli uomini. La trama si sviluppa su due piani temporali – il presente di Filippo e il passato, suo e di Ludò – e attraversa nazioni e stati d’animo. C’è l’amore di una coppia che va oltre gli stereotipi e le convenzioni, la “leggerezza” di una donna che, dopo aver convissuto con la morte durante il conflitto in Bosnia, assume un atteggiamento di sfida e di scherno nei confronti delle vita. Ludovica è la provocazione fatta persona, eppure Filippo non piò fare a meno di amarla. È su di loro che la Bonvicini ha costruito una storia che sconfina nel giallo, scegliendo con cura altri personaggi border line, spesso torbidi e promiscui.

Fancy Redè anche un’analisi nell’abisso dell’amore, declinato in tutte le sfumature possibili, con la consapevolezza che “nella vita devi resistere alle ondate di felicità come alle ondate di infelicità, hanno una sola cosa in comune: tutte e due stancano”.

Le gemme, i gioielli e l’atmosfera rarefatta che li ammanta sono un’altra particolare costante di questo bel romanzo.
Caterina Bonvicini (1974), cresciuta a Bologna, vive e lavora tra Roma e Milano.
Ha pubblicato con Garzanti i romanzi Correva l’anno del nostro amore (2014), Il sorriso lento (2010, premio Bottari Lattes Grinzane),  L’equilibrio degli squali (2008, vincitore di numerosi premi tra cui Rapallo e Grand Prix de l’héroïne Madame Figaro), tradotti in diversi paesi da editori prestigiosi come Gallimard in Francia e S. Fischer in Germania e Tutte le donne di (2016).
Con Einaudi ha pubblicato Penelope per gioco (2000), Di corsa (2003) e I figli degli altri (2006). È autrice di due romanzi per ragazzi: Uno due tre liberi tutti! (Feltrinelli, 2006) e In bocca al bruco (Salani, 2011). Con Alberto Garlini ha scritto L’arte di raccontare (Nottetempo, 2015).


Rossella  Montemurro
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