venerdì, 19 Aprile 2024

Arte, storia, mito: è su queste tre direttrici che si snoda Enigma Lacoonte (Mimesis Edizioni) di Francesco Colafemmina, classicista e saggista.

Secondo la leggenda, come riporta l’autore, “Laocoonte è un sacerdote, per dono divino di preveggenza intuisce il pericolo costituito dal cavallo ligneo, è quindi ucciso assieme ai figli da due serpenti giunti dal mare mentre si appresta a sacrificare al dio Poseidone, in ringraziamento per la scomparsa delle navi dei Greci. Laocoonte e i suoi figli diventano così essi stessi vittime sacrificali atte a propiziare la tragica fine di Troia”.

La prima notizia certa del rinvenimento del Laocoonte è una lettera del fiorentino Bonsignore Bonsignori a Bernardo Michelozzi datata 24 gennaio 1506. Dieci giorni prima, nella vigna di un funzionario pontificio, Felice de Fredis, fu ritrovato un complesso marmoreo che avrebbe condizionato profondamente l’estetica europea: il Laocoonte. Immediatamente identificato come uno dei capolavori della statuaria antica, menzionato da Plinio nella Naturalis historia, viene acquistato per il cortile del Belvedere da papa Giulio II. Sul luogo della scoperta quel giorno apparve Michelangelo Buonarroti. Il Laocoonte lascerà un segno indelebile sulla sua arte di imprimere energia e forza vitale al corpo umano.

Il dubbio è che Michelangelo, già noto per una famosa contraffazione, Cupido dormiente, “antichizzato” a dovere e sepolto in una vigna, poi venduto per antico, possa aver replicato la truffa proprio con il Lacoonte.

“Lo sguardo dell’artista incrocia più volte quello del Laocoonte, – spiega Colafemmina – e non è chiaro se con compassione o compiacimento per la sconfitta del troiano. Viene dunque da chiedersi se il marmo ammirato non sia stato animato dalla stessa mano, dallo stesso sguardo. Probabilmente le prove della più straordinaria contraffazione della storia non emergeranno mai, così come non riemergerà dai sotterranei di una Basilica romana l’autentico Laocoonte esaltato da Plinio”.

Con estrema competenza e precisione Enigma Lacoonte analizza tutti i risvolti di questa intricata vicenda, ne ricostruisce il contesto storico-culturale, richiamando la dimensione simbolica del Laocoonte e il suo messaggio spirituale e politico.

Colafemmina è autore di diverse opere e traduzioni fra le quali ricordiamo: Dialoghi con un persiano, di Manuele II Paleologo (2007); Il matrimonio nella Grecia classica (2011); Le Api e Noi (2017); La Democrazia di Atene: storia di un mito (2020).

Il volume sarà presentato il 22 ottobre alle 17 nella Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto” di Bari.

Rossella Montemurro

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap