venerdì, 26 Aprile 2024

Ogni cristiano deve avere come modello Gesù.

Mi è capitato più di qualche volta di sentirmi dire da i miei alunni: “Professore, ma come ha amato Gesù?”

Ed io rispondevo con una citazione di Blaise Pascal.

Blaise Pascal è nato il 19 giugno 1623 ed è morto il 19 agosto 1662.

È stato un matematico, un fisico, un teologo.

Bambino prodigio, fu istruito dal padre.

I primi lavori di Pascal sono relativi alle scienze naturali e alle scienze applicate contribuendo in modo significativo alla costruzione di calcolatori meccanici e allo studio dei fluidi.

Infatti ha chiarito i concetti di pressione e di vuoto ampliando il lavoro dell’italiano Torricelli.

All’età di solo sedici anni scrisse un trattato di geometria proiettiva e dal 1654 lavorò con Pierre de Fermat sulla teoria delle probabilità che influenzò fortemente le moderne discipline economiche nonché le scienze sociali. 

Successivamente a una esperienza mistica seguita a un incidente in cui aveva rischiato la vita, nel 1654, abbandonò la matematica e la fisica per dedicarsi alle riflessioni religiose, teologiche e filosofiche. 

Si è spento due mesi dopo il suo trentanovesimo compleanno, nell’agosto del 1662, a causa di una patologia che lo affliggeva sin dal periodo dalla fanciullezza.

Il suo quoziente di intelligenza è stato stimato, secondo alcuni studiosi moderni, in un punteggio di 195, mentre il suo pensiero filosofico ebbe un successo immediato e caratterizzò molti filosofi e scrittori aderenti a correnti di pensiero successive, come Giacomo Leopardi e Arthur Schopenhauer.

La frase che citavo ai ragazzi è la seguente: “Dio è misericordioso non per lasciarci nei nostri peccati, ma per tirarci fuori dai nostri peccati”.

Questo significa che è sempre Dio che fa il primo passo.

Gesù vive la misericordia.

Avete mai riflettuto: è Gesù che cerca Matteo e lo chiama mentre è ancora immerso nel pantano del suo egoismo.

È Gesù che cerca la donna samaritana e le parla mentre è ancora è avvolta nel fango del disordine morale della sua vita.

È Gesù che alzo lo sguardo e vede Zaccheo arrampicato su un albero e lo invita a scendere per accoglierlo nella sua casa.

È sempre Gesù che fa il primo passo.

L’amore vero usa umiltà per spegnere l’orgoglio.

“Imparate da me che sono mite e umile di cuore”.

L’amore vero reagisce alla cattiveria con la forza della bontà.

Vorrei concludere questa mia modestissima riflessione con una frase che Gesù dette al servo del sacerdote Anna che schiaffeggiò: “Se ho sbagliato, dimmi in che cosa ho sbagliato. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?”

Diceva un tale: “Essere buoni è un’avventura ben più grande e ben più ardita che fare il giro del mondo con una barca a vela.”

Ricordiamocelo sempre.

Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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