sabato, 20 Aprile 2024

«“E quindi tu non vuoi essere felice perché poi finisce? E ti sembra una cosa buona?” domandò.
Fui spiazzata da come era arrivato dritto al punto.
“Se tengo a qualcosa, so quando finirà e anche che questo mi farà soffrire.”
Allora lui, con gli occhi che parevano quasi piú grandi, mi disse una frase che non avrei mai dimenticato: “Sí, ma tanto poi ricomincia”.»

Voi cosa fareste se possedeste un “dono” in grado di farvi conoscere in anticipo la “data di scadenza” di un’esperienza, di un vissuto, di qualsiasi cosa vi renda felici?

Impossibile far finta di niente, tanto quella data vi rovinerebbe le giornate. Vi mettereste in vigile e sicuramente ansiogena attesa, forse cerchereste di anticipare gli eventi, in ogni caso non riuscireste a contrastare un destino ormai segnato. Amanda, la protagonista di Dimmi che non può finire (Einaudi), il nuovo romanzo di Simona Sparaco, è convinta di avere questo “potere”, fastidioso e snervante. Ad un tratto le “compare” in maniera ossessiva una data e lei sente di non avere più scampo. Accadrà qualcosa, e non sarà piacevole.

Amanda ha una vera e propria fissazione per i numeri: di ogni persona tende a scoprire che “numero” sia grazie alla numerologia e al significato esoterico dei numeri. E se un po’, inevitabilmente, si lascia condizionare, è anche vero che si predispone verso chi ha di fronte.

La sua, di vita, non è per niente facile. Non ha neanche trent’anni, vive con una madre anaffettiva in una casa in cui regna il caos. Per colpa di una data che ha iniziato a ossessionarla, convinta che sarebbe stata licenziata, ha “anticipato” il licenziamento dando le dimissioni. Senza lavoro, senza un fidanzato e con pochissime amiche (una soubrette che lavorava nello show televisivo per il quale scriveva i testi, ma è una ragazza agli antipodi rispetto ad Amanda, e una psicoterapeuta, sua vicina di casa) pensa di poter contrastare la prossima data di scadenza cercando un’occupazione che le piace: almeno, se dovesse essere licenziata, non sarà un dramma. Accetta così di fare la baby sitter a un bambino di sette anni (lei che i bambini di odia), senza la mamma, con una nonna piuttosto acida e un papà che è stato compagno di Amanda alla elementari.

Le aspettative di Amanda si erano rivelate sbagliare. È vero, i bambini non le sono mai piaciuti. Però Samuele – così indifeso, spesso messo ai margini, circondato da figure che certo non lo inondano di affetto – è così simile a lei che è impossibile non affezionarsi. È impossibile non stringere un’alleanza tacita e fortissima nella quale la ragazza, aiutando Samuele a destreggiarsi nel mondo – e ad amare la matematica -, inizia inconsapevolmente ad aiutare se stessa. In fondo, “anticipare” un dispiacere, una delusione, significa rinunciare a priori, evitare di assumersi la responsabilità del rischio. Ma mettere tra parentesi la vita rendendola sì (in parte) esente da sorprese negative vuol dire anche non vivere, chiudersi in una bolla di costante delusione, avere un freno a mano tirato sulle emozioni – qualsiasi esse siano. E chissà cosa accadrà con Davide, il padre di Samuele, che per lei aveva una cotta, chissà se si accorgerà che quella graziosa bimbetta si è trasformata in una donna sovrappeso e un po’ trascurata.

Simona Sparaco, con la raffinatezza stilistica che la contraddistingue e con il suo sguardo sempre attento ai sentimenti, in Dimmi che non può finire affronta temi delicati – dal rapporto genitori-figli alla paura dell’abbandono inevitabile conseguenza di una perdita, al senso di inadeguatezza. La storia di Amanda, messa davanti a una scelta per lei difficilissima quando appare la prossima “data di scadenza” – rinunciare, per l’ennesima volta, o “rischiare” e dare un senso alla propria vita, ormai definitivamente cambiate dopo l’incontro con Samuele e Davide – diventa un insegnamento, per noi tutti.

Fermarsi per l’ennesima volta o lasciarsi andare? Bravissima nel raccontare le emozioni, la Sparaco regala un altro romanzo intenso, da non perdere.

L’autrice ha pubblicato per Einaudi anche Sono cose da grandi (2017). Tra gli altri suoi libri, i romanzi Nessuno sa di noi (2013, finalista al Premio Strega), Se chiudo gli occhi (2014, Premio Selezione Bancarella e Premio Tropea), Equazione di un amore (2016) e Il silenzio delle nostre parole (Premio Dea-Planeta 2019).

Rossella Montemurro

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