giovedì, 25 Aprile 2024

Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata da Angela Loritto della segreteria nazionale Confsal ANAPS a mons. Bassetti, al segretario della Cei mons. Russo e al direttore di Avvenire dott. Marco Tarquinio. Alla lettera è stata allegata la petizione di settemila firme di insegnanti di religione contrari al concorso ordinario.

Gent.ma em. Gualtiero Bassetti, nel porgerLe i nostri sinceri auguri per un sereno Anno Nuovo, vorrei ricordarle il problema degli insegnanti di religione. Sinceramente non siamo sicuri che sia stato informato correttamente su questo argomento. Il 14 dicembre u.s., con una fretta assolutamente incomprensibile, è stata siglata un’Intesa che ha meravigliato migliaia di insegnanti di religione e li ha gettati nello sconforto. Alcuni rappresentanti della CEI che avrebbero dovuto proteggerli e tutelarli si sono rivelati indifferenti alle esigenze e alle inquietudini degli insegnanti di religione. L’Intesa, nella sua formulazione, prevede un concorso ordinario per migliaia di docenti che lavorano da più di venti anni e, paradossalmente, non riconosce il valore abilitante dell’idoneità diocesana che è, invece, riconosciuta dallo Stato. La riserva del 30% in un concorso ordinario non dà sufficienti garanzie di mantenimento del posto di lavoro, in quanto docenti appena usciti dall’Università freschi di studi anche con un solo giorno di supplenza, ma privi di ogni esperienza didattica e pedagogica, potrebbero scavalcare inevitabilmente chi lavora da almeno venti e più anni. L’Intesa appena firmata si rivela ingiusta e irrispettosa nei confronti di lavoratori che si troverebbero senza lavoro e senza poter mantenere la propria famiglia, in un momento già così difficile per il Paese, ponendoli nelle condizioni di non trovare alternative di lavoro. Assolutamente incomprensibile la fretta di tale firma soprattutto dopo che i Vescovi della Lombardia avevano manifestato il proprio dissenso nei confronti di un concorso selettivo auspicando il riconoscimento della professionalità e delle competenze acquisite in tanti anni di lavoro. Questi docenti sono stati preparati dai propri Vescovi e godono della loro fiducia ed ora dovrebbero essere sottoposti ad un concorso dove lo Stato dovrebbe valutare la loro preparazione in quei contenuti disciplinari che sono già stati valutati dal Vescovo della Diocesi di appartenenza. E’ una vera ingiustizia che a questi docenti non venga riconosciuto lo stesso diritto di cui hanno goduto docenti di ogni ordine e grado che in base alla legge 59/18 hanno usufruito di un concorso riservato non selettivo in quanto già abilitati. Quali logiche si nascondono dietro una tale presa di posizione che danneggia tante persone? Il business dei corsi e della vendita dei libri che con il loro costo andrebbe a gravare ancora di più su famiglie già provate dall’emergenza sanitaria? Stiamo parlando di lavoratori con titoli universitari, molti anche con due lauree, dottorati ecc. In questi ultimi due anni abbiamo raccolto migliaia di firme di docenti che non vogliono un concorso selettivo perché iniquo e non rispettoso, perché non riconosce il lavoro svolto in tanti anni con passione e dedizione. A nome di questi lavoratori Le chiediamo di intervenire con la Sua autorevolezza, è ancora possibile fermare il bando, meglio nessun concorso piuttosto che infliggere a questi docenti tanta umiliazione. Confidiamo nel Suo autorevole intervento per poter ridare serenità e fiducia a migliaia di famiglie. A conferma dell’inquietudine dei colleghi alleghiamo alla presente il file con migliaia di firme di insegnanti di religione che non accettano di essere valutati dallo Stato in un concorso ordinario. (Eminenza, siete consapevole di quale danno verrebbe arrecato agli insegnanti e all’insegnamento della Religione Cattolica se lo Stato valutasse negativamente un insegnante che è stato valutato positivamente dal proprio Vescovo?).

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