venerdì, 19 Aprile 2024

Riceviamo e pubblichiamo dal fotografo Domenico Barile:

Anche quest’anno il 2 di luglio è passato senza festeggiamenti alla

Madonna della Bruna, l’appuntamento più atteso dai materani. La

pandemia ha inciso profondamente sulle nostre vite e abitudini

ma, anche se le nuove regole ci impongono delle limitazioni e non

abbiamo potuto vivere la festa patronale come da consuetudine,

noi possiamo reinventarla riscrivendola nello spazio chiuso di un

set fotografico.

La pratica fotografica mi ha insegnato che il set di scena da

fotografare una volta costruito offre prospettive e punti di vista

differenti. Seguendo con libertà una sceneggiatura che dispone i

figuranti secondo un copione ispirato ai vari momenti della festa,

come in un tableau vivant, ho animato i volti, i gesti e gli oggetti

nel tentativo di tradurre in immagini tangibili i solenni sentimenti

profondi di religiosità vera e commossa dei protagonisti.

Teatro, etnografia, folclore, spettacolo popolare religioso e di strada,

tante emozioni convergono sulla scena per riprodurre in una serie

di ritratti la gioiosa esperienza mancata. Ognuno fa sfoggio del

suo costume, evoca il selciato, e mette a nudo la sua anima, lascia

intravedere lo spirito di devozione che si rinnova in una ritrattistica

individuale e caratteriale. Muti posano con un oggetto utile a chiarire

la loro funzione all’interno del rituale festivo restituendo la varietà e

la complessità delle forme e delle apparenze in quel succedersi e

intrecciarsi irrefrenabile di natura e mito, realtà e fantasia, cronaca

quotidiana e storia universale.

Ricorderemo la festa che non c’è stata attraverso le posture e gli

occhi dei protagonisti, gli attori simbolo del grande set naturale

che è la città riscoperta nel giorno della Festa della Bruna nelle sue

componenti religiose e pagane. Ogni anno cittadini comuni devoti,

con la loro passione e il loro impegno, rinnovano una tradizione

vissuta per esprimere la propria identità.

Il progetto fotografico “Come al 2 di luglio” è costituito da 18 ritratti

realizzati in studio, in grande formato e stampati in fine-art. La galleria

è commentata dal video “A mogghie a mogghie all’ann c’ven”, meglio

faremo il prossimo anno, espressione tipica da recitare alla fine del

giorno più lungo dell’anno che per i materani simbolicamente chiude

il vecchio e riapre il nuovo. È un viaggio nell’archivio della memoria

di esperienze personali e collettive delle persone che hanno preso

parte al progetto dialogando con il linguaggio fotografico. Immersi

nel blu delle luci, in quella particolare aura che si è venuta a creare,

essi si raccontano, esternano il loro pensiero, evocano i ricordi,

descrivono il proprio stato d’animo e lanciano un messaggio positivo

per il futuro.

Il documentario offre una chiave di lettura interessante per il progetto,

per contestualizzare e cristallizzare il particolare momento storico

legato alla pandemia che stiamo vivendo.

La mostra rimarrà aperta fino al 21 settembre.

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