giovedì, 18 Aprile 2024

Vedendo le immagini di un branco di cinghiali nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, nei pressi di Corato, girate qualche giorno fa dal giornalista Sergio Gallo, viene spontaneo chiedersi se sono da considerarsi più una calamità o una risorsa. Per gli agricoltori non ci sono dubbi, viste le coltivazioni devastate dal passaggio di questi animali. Non solo, i branchi spesso minacciano anche i centri abitati.

Le istituzioni fanno quello che possono per fronteggiare il fenomeno, ma nel ginepraio di norme nazionali e locali e le relative competenze d’ambito territoriale non è facile districarsi. Regioni e Parchi cercano di arginare i danni, e trasformare in risorsa questa che per molti è ormai un’autentica calamità.

Un paio di mesi fa, la FMF, società a responsabilità limitata semplificata di Picerno (PZ), ha conferito i primi cinghiali prelevati dai selecontrollori al Centro di lavorazione selvaggina nella zona industriale di Tito (PZ).

Il primo progetto pilota nel quale rientra questa attività della società FMF per la realizzazione di una filiera delle carni di cinghiale lucano è stato promosso e finanziato dal Dipartimento Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata.

Il progetto, di durata triennale, era stato approvato con un contributo di 150 mila euro dalla Regione il 6 novembre 2020 con atto n. 14AJ.2020/D.01006, a seguito di Avviso pubblico indetto con la Delibera di Giunta Regionale n° 653 del 23/09/2020, e doveva avviarsi entro marzo 2021. L’avviso pubblico nasceva proprio con l’intenzione di promuovere un’attività economica remunerativa ma, al tempo stesso, “per risolvere, in maniera sostenibile, il problema dell’eccessiva presenza di questi animali nelle campagne e di garantire una maggior sicurezza e trasparenza nel consumo di tali carni”.

Nel corso del triennio, la società incaricata dovrà garantire il ritiro di almeno 9.000 capi, per almeno il 70% derivanti dai Piani di gestione. Un passo significativo, che si aggiunge ad altri interventi della Regione nella complessa questione, come la Delibera di Giunta approvata il 12 gennaio scorso, contenente i Piani di gestione del cinghiale, atto che prevede il Piano annuale per la caccia di selezione per l’anno 2021, e il Piano di controllo triennale 2021-2023.

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