venerdì, 19 Aprile 2024

Siamo nella Cagliari dei primi anni del Novecento, immersi in un giallo. I delitti della Salina (Einaudi) che ha come protagonista una ragazza tosta, che certo non si lascia intimorire dal maschilismo strisciante. Lei ha le idee molto chiare: Clara Simon, “mezzosangue” – ha gli occhi a mandorla ereditati dalla madre, una cinese del porto che, nonostante le differenze di classe, aveva sposato il capitano di marina Francesco Paolo Simon – vuole diventare la prima giornalista investigativa cagliaritana.

Nel nuovo libro di Francesco Abate, tutto ha inizio quando una delle sigaraie – le manifatturiere del tabacco – va a chiederle aiuto e Clara non sa che fare. La donna le spiega che i piciocus de crobi, i miserabili bambini del mercato, stanno scomparendo uno dopo l’altro e, di fronte alla notizia di un piccolo cadavere rinvenuto alla salina, Clara non riesce a soffocare il suo istinto investigativo. La ragazza, orfana – la mamma è morta di parto e il papà è finito disperso in guerra – vive con il nonno, uno degli uomini più in vista di Cagliari, e lavora all’“Unione”, anche se non può firmare i pezzi: perché è una donna, e soprattutto perché in passato la sua tensione verso la giustizia e il suo bisogno di verità l’hanno messa nei guai.

«E per la prima volta fu certa della bontà del gesto che l’aveva portata a perdere i gradi. L’unica giornalista donna della Sardegna era finita in un sottoscala a correggere le bozze di due rubriche di scarso valore per aver osato far venire a galla la verità. Una verità che non era piaciuta a molti».

Grazie all’aiuto del fedele Ugo Fassberger, redattore al giornale e suo amico d’infanzia, e al tenente dei carabinieri Rodolfo Saporito, napoletano trasferito da poco in città e sensibile al suo fascino, questa ragazza determinata e pronta a difendere i piú deboli attraversa una Cagliari lontana da ogni stereotipo, per svelarne il cuore nero e scellerato.

Abate, con uno stile estremamente curato, ha saputo creare la giusta atmosfera in una città esotica e inedita, dalle saline al Bagno penale, dal bordello al teatro dell’opera alla spiaggia del Poetto. Una città che ci cattura e sconvolge con i suoi oscuri segreti.

Di sicuro Clara, con la sua testardaggine e la sua tenacia, entra di diritto tra le eroine dei noir.

Francesco Abate è nato a Cagliari nel 1964. Ha esordito con Mister Dabolina (Castelvecchi, 1998). Sono seguiti Il cattivo cronista (Il Maestrale, 2003), Ultima di campionato, da un soggetto vincitore del premio Solinas (Il Maestrale, 2004/ Frassinelli 2006), Getsemani (Frassinelli, 2006) e I ragazzi di città (Il Maestrale, 2007). Con Einaudi ha pubblicato Mi fido di te (Stile libero 2007 e Super ET 2015), scritto a quattro mani con Massimo Carlotto, Cosí si dice (2008), Chiedo scusa (con Saverio Mastrofranco, Stile libero 2010 e Super ET 2012 e 2017), Un posto anche per me (2013), Mia madre e altre catastrofi (2016), Torpedone trapiantati (2018) e I delitti della salina (2020). È fra gli autori dell’antologia benefica Sei per la Sardegna (Einaudi 2014, con Alessandro De Roma, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu, Michela Murgia e Paola Soriga).

Rossella Montemurro

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