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Cavalli: #forza #eleganza #arte, il vernissage della mostra allo Spazio Kossuth di Città della Pieve è stato un successo

Quando tutte le tensioni dei preparativi bruciano alla fiamma della inaugurazione di un evento si vede che materiale era stato usato per prepararlo: può rimanere solo cenere, o brillare qualcosa di prezioso.

E dopo l’inaugurazione che sabato 16 marzo 2024 ha dato il via alla mostra ‘Cavalli: #forza #eleganza #arte’ ospitata dallo Spazio Kossuth di Città della Pieve sono rimaste molte emozioni belle.

La cura delle giornaliste Elena Conti e Maria Cristina Magri nello scegliere gli artisti ha raccolto nelle Rimesse del Palazzo Vescovile di via Vannucci una selezione ricca di sfaccettature anche inaspettate: a brillare sempre e comunque in ognuna è lui, il Cavallo.

Il ‘Cavallo’ di Wolfgang Alexander Kossuth accoglie i visitatori all’entrata, e sembra indicare il resto del percorso tra i suoi simili: vero, essenziale e candido, semplice come tutte le cose eleganti. Francesca di Giovanni, amazzone e artista li dipinge pieni di energia e distinzione come i cavalli Iberici con cui ama lavorare in maneggio; Luisa Albert distilla attimi rarefatti che non cambieranno mai, riconosceremo sempre. I tondi in terracotta di Riccardo Balzarotti dialogano con la storia dell’equitazione che si può scoprire a pochi passi da qui, nei libri della biblioteca equestre della Associazione culturale Pievecavalli; e insieme alla scultura in grès ‘L’abbraccio’ di Erika Lavosi sottolineano l’azzurro deciso dei dipinti di Massimo Stecchi, che raccontano storie così facili da sentire vicine e parlano all’anima di ognuno di noi, mettendo i vestiti di oggi a sogni e vicende che arrivano da lontano.

Due bronzi di Vivianne Duchini impreziosiscono la prima sala e accompagnano verso la seguente, che potremmo chiamare ‘delle battaglie’: il San Giorgio di Marcello Tommasi scalpita tra luce e ombra, i Cavalli di San Marco di Carol Marano guardano cauti le due potenti battaglie equestri di Federico Severino declinate a terracotta e carboncino. A lato i disegni delicati e colori forti per Marta Mangiabene, artista pievese che racconta  impressioni di sogno ma studiate nei dettagli più minuti, mentre  la forza scenografica dei grandi quadri di Armand Xhomo, ‘Il palio di Siena’ e ‘Le Nuvole’, si prende trionfale la parete di fondo, tra un altro bronzo leggero di Duchini e i tre dipinti a olio di Tommaso Andreini, deciso nel tratto e nei colori come nella scelta del soggetto guerresco.

Entrare nella sala grande è un respiro più ampio: Sandra Petreni ha portato qui la sua passione, i suoi cavalli guardati con gli occhi del cuore e la finezza di una infinita pazienza, colti nei momenti che più ci inteneriscono.

I colori squillanti della tenace Rosalba Parrini invitano ad accettare tutta la varietà delle emozioni che la vita può portarci, senza paura: e se lo dipinge lei, noi le crediamo. Al centro c’è Ilaria Di Meo con tutti la sua poesia, le sue memorie, la sua inesauribile fantasia e gentilezza:  con ‘Sul Filo dei Ricordi’ riesce a legare insieme creatività e suggestione e i suoi libri incantati, e i cavallini che nascono dalle parole stampate sulla carta sono una storia che tanti di noi hanno vissuto in prima persona. ‘Coraggio’ di Lara Androvandi ha conquistato il suo posto con tutta l’autorevolezza che può avere un cavallo Maremmano sentito con l’anima: dipinto con tecnica antica su un collage di carte d’Ebru create da Lara stessa, è pieno di premonizioni volute e altre inconsapevoli. Nel suo occhio c’è riflesso l’elmo di un corazziere perché lui, Coraggio diventerà un cavallo del reparto montato della guardia d’onore del presidente della Repubblica Italiana: è questo è voluto. Ma la magica Lara ha messo stelle nella marmorizzazione della carta, senza sapere che a Coraggio verranno disegnate contropelo sulla groppa in ogni occasione ufficiale, quando sarà arruolato: sensibilità è tutto quello che serve, sia nell’arte che a cavallo. Tutta di luce l’ultima sala: dove brilla il fondo oro dei quadri di Elena Conti, che dei cavalli coglie specialmente – come fossero fiori di agapanto – l’eleganza, la gentilezza, la delicatezza: per questo le dicono dipinga sempre giumente, non stalloni né castroni. Sempre qui gli studi dal vero di Erika Lavosi, e i cavalli del cuore di Giovanna Romano che dipinge in un solo ritratto l’amore per loro e quello per i figli, in una cornice fatta di esempio e disciplina che solo una mamma può immaginare. Una lente d’ingrandimento serve ad apprezzare la tecnica incredibile di Stephen McGarva: milioni di punti    impressi con la penna tecnica ad inchiostro  creano ombre e luci, pieni e vuoti regalando immagini fresche, immediate come dal vero.  A chiudere la rassegna i Cavapendoli di Alberto Massarelli: che di mestiere fa lo psichiatra e lo psicanalista, e attraverso i suoi disegni quasi in sovrappensiero ci ha fatto capire perché, a noi che li amiamo, i cavalli sembra di averli dentro da sempre, come una cosa antica che fa parte di noi.

Non poteva esserci soddisfazione maggiore per Giuliana Alzati Kossuth, padrona di casa che ha allestito la mostra dedicando ad ogni opera lo spazio e la luce più necessari ad ognuna, del clima in cui si è svolta la giornata: l’attesa che si scioglie in sorpresa sorridente, la possibilità di capire e approfondire ogni quadro, ogni scultura direttamente dagli autori o dalle curatrici. Contatti nati mettendo i propri cavalli fianco a fianco, quelli creati e quelli veri: un piacere così grande di ritrovarsi insieme che ha già fatto nascere l’idea per tornare a rivivere momenti così.

Appuntamento al finissage del 5 maggio prossimo per svelarvi i nuovi progetti immaginati sabato: per capire l’atmosfera da dove sono scaturiti passate allo Spazio Kossuth e immergetevi tra le opere di ‘Cavalli: #forza #eleganza #arte’: l’entrata è gratuita, anche grazie alla collaborazione della Associazione Turistica Pievese, e il Comune di Città della Pieve ha inserito visite straordinarie  allo Spazio Kossuth il 30 e 31 Marzo e il 1° Aprile 2024, con orario continuato, nell’ambito degli eventi organizzati per la Pasqua nel centro storico della cittadina che ha dato i natali al Perugino.

Foto Mario Massarotti

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