mercoledì, 24 Aprile 2024

Il Tribunale di
Matera-Sezione Unica Penale, condividendo le argomentazioni degli inquirenti,
ha disposto la confisca dei beni preventivamente sequestrati nell’ambito di
un’indagine di  natura patrimoniale, nei
confronti di un 50enne di Ferrandina con precedenti per reati contro la persona
e il patrimonio.

Gli accertamenti
patrimoniale disposti dal Procuratore della Repubblica di Matera dott. Pietro
Argentino, e condotti dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di
Pisticci, scaturiscono da attività d’indagine svolta e conclusasi con l’arresto
del proposto nel settembre 2017 e condannato con Sentenza di primo grado a fine
febbraio di quest’anno, ove i Carabinieri riuscivano a dimostrare in capo allo
stesso un’attività continuativa di usura ed estorsione avvenuta dal 1998 al
2015, ai danni di numerosi artigiani e concittadini in stato di bisogno, reati
notoriamente con alto profitto economico. 
Pertanto la “lente” degli investigatori, si è spostata sul tenore di
vita mantenuto dallo stesso che risultava ad un preliminare accertamento del
tutto al di sopra dei redditi dichiarati. Su delega della Procura della
Repubblica di Matera, venivano svolti accertamenti che delineavano, da un lato
la pericolosità sociale desunta dai precedenti e pendenze penali, dall’altro
che il patrimonio accumulato nell’ultimo ventennio era sproporzionato con le
attività svolte e ai redditi dichiarati al fisco. L’attività d’indagine
patrimoniale ha consentito di individuare, sequestrare e confiscare un patrimonio
costituito da beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, che
l’inquisito  poteva disporre anche
attraverso  fittizie intestazioni a
prestatomi, per un valore complessivo di 1.000.000 di euro., e precisamente: 8
terreni agricoli per circa un ettaro coltivati a vigneti, uliveti e seminativi;
n. 3 appartamenti ed n. 1 fabbricato rurale siti in Ferrandina; n. 11
conti/depositi con istituti finanziari; n. 1 fuoristrada ed  n. 1 motoveicolo di grossa cilindrata.

La normativa antimafia,
applicata per la prima volta nella provincia materana, ha permesso il
provvedimento ablatorio  nei confronti
del soggetto “socialmente pericoloso” che nel tempo aveva accumulato un
patrimonio ritenuto dagli inquirenti sproporzionato rispetto al reddito e
pertanto ritenuto essere il prodotto o comunque reimpiego di illeciti
profitti. 

I beni confiscati sono
stati affidati  in amministrazione
all’AGENZIA NAZIONALE PER L’AMMINISTRAZIONE DEL BENI CONFISCATI che li
destinerà prioritariamente a finalità sociali e produttive.

In particolare con le
recenti modifiche introdotte dal decreto sicurezza del 4.10.2018, gli immobili
sequestrati potranno anche essere destinati, tramite procedure ad evidenza
pubblica, per incrementare l’offerta di alloggi da destinare a soggetti in
particolari e precarie  condizioni di
disagio economico e sociale.

 

Pubblicità

Pubblicità
Copy link
Powered by Social Snap