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Approfondimento sul Cottolengo. Il prof. Incampo: “Ancora oggi risponde alle necessità dei bisognosi avvalendosi delle politiche sociali più moderne”

Oggi vorrei parlarvi di un Santo che a me è sempre piaciuto e mai come in questo momento, guerra e pandemia, lo prego spesso.

Sto parlando di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.

La sua vita ha una svolta nel 1827 quando succede un fatto che imprime una svolta definitiva nella sua vita.

Di passaggio, da Torino, una famiglia francese vive un momento di estrema difficoltà.

La mamma, Giovanna Maria Gonnet, incinta e malata di tubercolosi, non trova nessun ospedale disposto ad accoglierla, proprio per i suoi problemi di salute.

Nella povera camera d’albergo dove era alloggiata, viene assistita fino alla morte dal Cottolengo: il quale coglie nell’evento un segno della Provvidenza.

Infatti dedicherà tutta la sua vita all’assistenza dei più poveri, quelli che nessuno vuole, quei poveri rifiutati anche dagli ospedali.

La storia ci dice che il 17 gennaio apre un’infermeria chiamate, pensate un po’, “Deposito dei poveri infermi del Corpus Domini”.

Immaginate che il deposito era costituito da tre stanze, dove il Santo colloca i primi quattro letti.

Vi giungeranno gli ammalati più diversi, per la cui assistenza il Sacerdote comincia a trovare volontari.

Pensate che la presenza di ammalati contagiosi nel 1831 ci furono proteste e la casa fu chiusa.

Il Santo non si arrende e trasferisce le sue attività in periferia, zona molto povera e poco abitata.

La nuova casa prenderà il nome di “Piccola Casa della Divina Provvidenza”.

Naturalmente i malati aumentarono velocemente.

L’eccessivo ampliamento della struttura avrebbe provocato anche momenti di grande difficoltà economiche.

Il Santo ripeteva continuamente che a tutto pensava la provvidenza.

La sua fama di santità avrebbe spinto anche il re Carlo Alberto a concedergli alcuni onori di cui il Santo non era certo desideroso.

Consumato dalle fatiche, il Santo morì a Chieri, presso uno dei suoi fratelli il 30 aprile 1842, ma salma venne poi tumulata nella chiesa della sua Casa.

È stato beatificato da Benedetto XV il 29 aprile 1917 e canonizzato da Pio XI il 19 marzo 1934.

Dopo la morte di Cottolengo la Piccola Casa ha versato in condizioni economiche precarie, ma ciononostante ha continuato la sua missione, attraverso le offerte e organizzandosi al suo interno anche con la fondazione di congreghe religiose per il servizio.

Sorsero sedi in tutta Italia e ancora oggi il Cottolengo risponde alle necessità dei bisognosi avvalendosi delle politiche sociali più moderne, abbracciando anche altre zone in Europa, Africa, Asia e Americhe.


Nicola Incampo

Responsabile della CEB per l’IRC e per la pastorale scolastica

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