mercoledì, 24 Aprile 2024

Il presidente Bardi: “Ha vinto la politica delle cose concrete”

“È stata premiata la politica delle cose concrete. I cittadini sono stanchi di ascoltare parole, vogliono vedere i fatti, e quando li vedono premiano. La condivisione di programmi con il campo allargato può dare nuovi risultati, realizzando le iniziative e i processi...

 

Individuati
186 milioni di euro di illecite compensazioni, scoperti 155 milioni di iva
evasa e segnalati all’autorità giudiziaria 135 responsabili.

Sono solo alcuni dei risultati
derivanti dalla cooperazione tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate
avviata in base alla Legge 23/2014. Grazie a percorsi di analisi congiunti,
sono state scoperte società che, con la collaborazione di professionisti
compiacenti, creavano crediti tributari fittizi, ceduti poi a una serie di
imprese per compensare debiti d’imposta.

Quattro i sodalizi criminali
disarticolati –
L’attenzione
operativa delle due Istituzioni si è concentrata su quattro distinti sodalizi
criminali attivi in alcune province della Lombardia e dell’Emilia Romagna con
il seguente schema fraudolento:

a. costituzione di società
“cartiere” prive di struttura organizzativa e intestate a prestanome gravati da
precedenti penali e/o di polizia;

b. utilizzo di fatture per
operazioni inesistenti al fine di generare falsi crediti d’imposta;

c. cessione dei crediti di
imposta fittizi e risultanti da dichiarazioni fraudolente a società cosiddette
“beneficiarie della frode”, anche mediante la stipula di atti pubblici o
scritture private autenticate da notai altresì compiacenti, utilizzati per
compensare debiti fiscali o previdenziali.

Le dichiarazioni fraudolente e
le successive cessioni di “pacchetti” di crediti fiscali artificiosamente
creati sono state, di massima, predisposte da professionisti che intervenivano
in maniera sistematica nel circuito della frode, in qualità di certificatori
dei crediti Iva indicati nelle medesime dichiarazioni, di depositari della
documentazione contabile delle società coinvolte ovvero di pubblici ufficiali
roganti degli atti sottoposti a registrazione per consentire la cessione degli
stessi crediti fittizi.

I risultati delle prime
attività d’indagine –
A seguito delle
analisi effettuate congiuntamente dalla Guardia di Finanza e dalla struttura
antifrode dell’Agenzia, sono state avviate le prime attività di indagine a cura
delle Fiamme Gialle, sotto la direzione delle Autorità Giudiziarie interessate.

Le azioni avviate in diverse
aree del Paese hanno portato ai seguenti risultati complessivi: oltre alle
illecite compensazioni d’imposta per 186 milioni di euro, all’Iva evasa
scoperta per 155 milioni e alla segnalazione alle Autorità Giudiziarie di 135
responsabili di reati che vanno dall’associazione a delinquere alla
dichiarazione fraudolenta, dall’occultamento e distruzione di documenti
contabili all’omessa e infedele dichiarazione, dall’indebita compensazione alla
truffa e alla bancarotta fraudolenta, fino al riciclaggio, all’auto-riciclaggio
e al reimpiego di denaro e altre utilità di provenienza illecita, sono state
eseguite 30 misure restrittive della libertà personale, tra arresti in carcere,
domiciliari e altre forme di limitazione della libertà personale.

Sono stati inoltre effettuati
provvedimenti di sequestro preventivo, anche nella forma “per equivalente”
delle imposte evase, di beni mobili, immobili, aziende, disponibilità
finanziarie e altri valori per 200 milioni di euro e sono state individuate 176
tra aziende e società coinvolte negli illeciti meccanismi di frode portati alla
luce, anche ai fini delle contestazioni in tema di responsabilità
amministrativa degli enti di cui al D.Lgs. 231/2001.

Infine, sono stati scoperti
1.370 lavoratori irregolari.

Il prosieguo dell’attività
congiunta –
L’Agenzia delle Entrate e
la Guardia di Finanza proseguono nelle attività congiunte di analisi di rischio
nel settore delle indebite compensazioni di crediti, allo scopo di avviare
ulteriori piani d’intervento sempre in maniera condivisa, anche in altri
territori, ponendo particolare attenzione al coinvolgimento di professionisti
cosiddetti “facilitatori della frode” nonché all’utilizzo di filiere di cooperative
riunite in relativi consorzi.
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