Un 77enne, Franco Varanzano, è stato investito ieri sera a Grassano da un’auto mentre attraversava la strada sulla Provinciale 1, al chilometro 28 e 100. Il guidatore, un 53enne, si è fermato per prestare soccorso. L'anziano è stato trasportato in codice rosso...
“(…) Per me, il fallimento della giustizia è l’impunità dei colpevoli. Il nostro mondo è popolato di criminali in libertà che non metteranno mai i piedi in tribunale, che vivranno felici e sereni e le cui tombe saranno onorati con fiori e discorsi lusinghieri, una volta aggiunto il loro momento, quando invece magari hanno distrutto vite di bambini. La sola idea mi fa impazzire. Mi fa venir voglia di incendiare tutto. L’impunità si nutre dei nostri silenzi, dei segreti carichi di vergogna delle nostre famiglie, dei “non mi riguarda”, degli sguardi che decidiamo di girare dall’altra parte per vigliaccheria o per paura delle conseguenze, delle denunce mai sporte perché queste cose si regolano tra parenti. (…)”
C’è una prima parte che a un documento di lavoro – di una “voce” che vuole rimanere anonima – a cavallo degli ultimi anni Novanta e il 2000, alterna le vicende contemporanee delle protagoniste. Sarah Leroy è stata barbaramente uccisa venti anni fa e, oggi, la promozione sul lavoro di Fanny – diventare direttrice della versione online di una prestigiosa rivista – è strettamente legata a un reportage che la sua “capa” le ha imposto proprio su quella brutta pagina di cronaca. Fanny vorrebbe non accettare, anche perché Sarah era la migliore amica di sua sorella, Angélique. Lei è fuggita dal suo passato, dalla cittadina che le stava stretta e, per uno scherzo del destino, ha dovuto far ritorno per il funerale della madre, in concomitanza con il pezzo da scrivere. Con lei, la figliastra adolescente Lilou – con il piglio da incendiaria, le due si detestano –, che ha colto l’occasione di uno stage nel giornalismo affiancando Fanny. Si percepiscono il fastidio e il disagio della donna nel dover misurarsi con situazioni che avrebbe preferito cancellare dalla sua vita: oggi, giornalista affermata, risolta, attenta alla forma fisica si ritrova suo malgrado il fantasma della ragazzina di ieri, sovrappeso e complessata, in un piccolo paese sulla Manica, Bouville-sur-Mer, che le stava stretto.
Ti ricordi di Sarah Leroy? (Rizzoli, traduzione di Sara Arena) di Marie Vareille, autrice da un milione di copie in Francia, si snoda tra passato e presente, delineando figure femminili molto particolari.
Sarah Leroy e Angélique Courtin si sono conosciute all’età di sette anni in un cimitero. Era il giorno del funerale della mamma di Sarah, Angélique le si era avvicinata e, semplicemente, l’aveva abbracciata. Sarah è ricca, il papà è l’aspirante sindaco del paesino, è una nuotatrice talentuosa e una studentessa modello. Angélique è di un’altra estrazione sociale, ma è bella. Insieme sono una coppia esplosiva, nonostante la matrigna di Sarah sia disposta a tutto per allontanarle.
Un giorno di fine estate Sarah scompare. La notizia tiene la Francia incollata alla tv per settimane, e sebbene il suo corpo non venga mai trovato un uomo finisce in galera con l’accusa di omicidio.
Per Fanny lavorare su quel caso significa dover fare i conti con una serie di situazioni spiacevoli. Eppure, la passione e l’ostinazione di Lilou nei confronti di quella storia diventano la molla per provare a capire, orientandosi in una selva di non detti e circostanze mai chiarite.
Sarah e Angélique facevano parte, insieme ad altre ragazzine, delle “Disincantate” – da Désenchantée, il titolo di una canzone di Mylène Farmer , non disilluse ma in grado di non lasciarsi “incantare” da un uomo rinnegando poi l’amicizia femminile: “Tutto è caos, attorno a me / tutti i miei ideali: parola rovinate… / Cerco un’anima che mi possa aiutare / Sono di una generazione disincantata”.
Bello lo stile della Vareille che con maestria riesce a intrigare il lettore svelando poco per volta qualcosa, in un tempo narrativo costantemente sospeso tra passato e presente. Bellissimo l’epilogo, uno splendido colpo di scena, un inno alla vera “sorellanza”.
Marie Vareille è nata in Francia nel 1985 e ora vive nei Paesi Bassi con il marito e le due figlie.
Il suo bestseller, La vie rêvée des chaussettes orphelines, è stato tradotto in molti paesi e ha venduto più di 200.000 copie in Francia. Il libro ha ricevuto il Charleston Readers’ Prize nel 2020.
Ha ricevuto numerosi premi nella letteratura Young Adult per la sua trilogia Elia la Passeuse d’âmes e il suo romanzo YA Le syndrome du spaghetti, pubblicato da Terre di mezzo in edizione italiana con il titolo Se punti alla luna, è stato insignito del Premio Babelio nel 2021 e Prix des Incorruptibles 2022/23.
Rossella Montemurro